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U-Tumbr

Il Pane di Matera




Sulla tavola dei materani non manca mai il pane. Una volta ogni famiglia si occupava di preparare la propria forma di pane. Alla base della preparazione vi era il lievito (“u lvet”), il quale veniva conservato avvolto in una coperta e passato di famiglia in famiglia. Caratteristico anche il movimento delle mani a pugno chiuso necessario ad amalgamare la farina con lievito ed acqua (“trmbè”), operazione che si svolgeva su tavoliere di legno massello (“tavljr”). Terminato l’impasto, la massa (“la moss”) veniva solitamente suddivisa in tre pani di dimensioni uguali e uno più piccolo (“tre pjzz e n pzzarid”), e disposti su di una tavola lunga e stretta (“la tovl du pen”), che l’aiutante del forno si occupava di ritirare all’ora stabilita.Ogni forno (“u firn”) si avvaleva di uno o più aiutanti, i quali giravano per le strade della città per le prenotazioni ed il ritiro del pane da cuocere. Il loro arrivo era caratterizzato dal suono del fischietto (“u fjscharjl”). Ritirate le forme di pane da cuocere, si preparava il forno per la cottura, il quale veniva riscaldato con legna di arbusti (“la frosch”). Una volta cotto veniva riportato ai legittimi proprietari, spesso accompagnato dalla focaccia al pomodoro (“fchozz”) o con olio e zucchero (“ricchl”), un momento molto attesto per i bambini

Segni della cultura agropastorale in Basilicata




Il timbro o marchio del pane è un manufatto ligneo, di altezza tra i 10 e i 20 cm, scolpito a tutto tondo, e variamente decorato, costituito da un unico blocco di legno e suddiviso in due sezioni principali: una superiore con una figurazione decorativa-simbolica e una inferiore nella cui base venivano incise le iniziali di un nome. Ogni famiglia ne possedeva uno ed era utilizzato per marchiare la pasta cresciuta, impastata nelle proprie case e poi cotta nei forni a legna della città. Spesso era offerto dall’uomo come richiesta e pegno d’amore, durante il corteggiamento, e le iniziali incise nella base del timbro erano quelle del cognome e nome del pretendente. Era custodito dalle donne sposate tra le cose personali e nessuno poteva prenderlo. Gli autori di questi timbri altro non erano che i pastori e i contadini, che durante i pascoli e le transumanze riportavano in quei semplici pezzi di legno tutta la loro maestria e conoscenza di raffigurazioni arcaiche tramandate attraverso i timbri stessi. Le tipologie raffigurate sono essenzialmente di tipo antropomorfo, zoomorfo, fallico e di ispirazione architettonica. La donna veniva rappresentata, assorta e sensuale, attraverso la sua esasperata fisicità (evidenziato dalla grandezza delle mammelle e dalla prominenza del ventre) come simbolo di fertilità, abbondanza e generatrice di vita nonché protettrice della casa. L’uomo invece era raffigurato come pastore, carabiniere, soldato o cavaliere. Le figurazioni del gallo e della gallina, erano legate ad una simbologia arcaica riferita alla manifestazione della luce e simbolo di fermezza e vigilanza. Il cane è raffigurato sempre seduto sulle zampe posteriori nel tipico atteggiamento di riposo e vigile attesa.

Il segnalibro




L’oggetto è realizzato con lo stessso legno utilizzato per il timbro . Per renderli unici e importanti , alcuni pezzi, sono stati realizzati impiegando varie tecniche di intarsio, con l’utilizzo di legni dalle provenienze più svariate e dalle caratteristiche cromatiche, spesso, contrastanti, che ne esaltano la bellezza. Essi simboleggiano l’apertura verso il mondo e la multiculturalità, della Basilicata, un territorio rimasto isolato per millenni e sino a pochi decenni fa, citato solo come esempio arretratezza culturale e vergogna della intera nazione. Invece, per rispetto della territorialità e delle radici culturali del territorio alcuni segnalibro sono stati realizzati con legni rigorosamente autoctoni (cerro, faggio,castagno..ecc). Ogni segnalibro è corredato di una piccola base in legno, che lo rende ancora più versatile e può essere utilizzato, anche, come oggetto d’arredo e all’occorrenza ritornare alla sua funzione principale.

Timbro 4.0




Una interpretazione in chiave moderna e minimal che vede accostamenti tra due materiali contrapposti tra loro: il legno (rigorosamente autoctoni faggio,castagno,cerro...) che rappresenta la storia dell'uomo e la pietra acrilica (solid surface) l'evoluzione .... L'accostamento tra i due materiali valorizza l'oggetto stesso rendendolo unico e di design. Tutto questo corredato di un "tag" nfc che permette di conoscere la storia e vedere alcuni contenuti multimediali attraverso l'utilizzo di uno smartphone di ultima generazione con il quale basta avvicinarlo al timbro per scoprire i contenuti